Il Servo di Dio Antonino Petyx
Nacque a Casteltermini, provincia e diocesi di Agrigento, il 5 giugno 1874.
Anima fervida e appassionata s’innamorò di Cristo Signore e, da ragazzo entrò nel collegio dei Salesiani a Randazzo, provincia di Catania, dove si distinse per pietà e profitto nello studio.
Giovanissimo partecipò all’Opera dei Congressi, la quale preparò da una parte l’Azione Cattolica e dall’altra il Partito Popolare dei Cattolici. A venticinque anni si iscrisse nell’Ordine Secolare Francescano, presso la chiesa dei Frati Minori, detta La Gancia, a Palermo.
Si sposò ventiduenne, ed accolse i nove figli che gli nacquero “come sacro deposito – egli stesso scrisse :
“conscio del dovere di custodirli gelosamente, di educarli nella via del bene, di insegnar loro ad amar Dio, seguendo Gesù sull’aspro sentiero del Calvario“.
Alla scuola di S. Francesco raffinò il suo spirito, distaccandosi sempre più dalle cospicue ricchezze terrene ereditate, per farne strumento di bene in mezzo ai poveri. Dal grande Santo apprese di approfondire l’umiltà, la modestia, la dolcezza sorridente di cui fu sempre soffuso il suo volto.
Cofondatore delle Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli a Palermo, si circondò di un gruppo di anime nobili, le infiammò col calore che emanava da lui con spontanea ed affascinante naturalezza.
Modello di “visitatore” dei poveri, donò loro aiuti materiali incalcolabili, organizzando la beneficenza con intelligenza e senso pratico in innumerevoli opere, che gli meritarono il nome di “apostolo della carità di Palermo“. Alle opere di misericordia corporale, unì la pratica di quelle di misericordia spirituale.
Amico, consigliere, conforto di anime smarrite e solitarie, di ammalati e moribondi, si prodigò nel ricondurre a Dio coloro che, con immensa compassione, vedeva lontani dal Sommo Bene. Fu chiamato il sacerdote in giacchetta.
Consapevole dell’importanza della stampa nella società contemporanea, sostenne – con enormi sacrifici economici personali – un grande quotidiano cattolico il “Corriere di Sicilia“. Ciò gli fu causa di immense amarezze, che non gli tolsero, però, la serenità dello spirito, fortemente ancorato alla fede e pronto ad accettare ogni evento come manifestazione dell’amorosa volontà di Dio.
Nutrì la sua anima dell’Eucaristia. Amò, con tenerezza filiale, la Vergine Santa. Perdonò, con ammirevole generosità, coloro che l’avevano fatto soffrire.
Si spense, sereno il 18 ottobre 1935, baciando il Crocifisso e salutando i suoi cari come uno che non muore, ma che parte per un atteso viaggio. Il suo corpo riposa nella chiesa dei Frati Minori, S. Maria degli Angeli “La Gancia” in Palermo, nella cappella dedicata alla Vergine Immacolata.
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